Bari, "Rukelie" e "l'Ufo-Porto": quei murales che si possono vedere solo dall'alto
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martedì 16 aprile 2019
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di Antonio Bizzarro
Purtroppo una delle due opere (ancora visibile su Maps) in realtà non esiste più: è stata cancellata da anni di piogge e intemperie. Era in bianco e nero, grande 30 metri per 30 e accompagnata dalla scritta ''Chi è Rukelie?”: il soprannome del pugile “zingaro” Johann Trollmann, colui che dà anche il nome alla palestra del centro sociale.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
L’Ufo-porto invece è ancora distinguibile sorvolando l’aerea con un drone. Ampio 20 metri per 20, seppur molto rovinato, mostra un triangolo equilatero grigio con dei cerchi gialli ai vertici.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Entrambi i lavori sono state realizzati nel 2014, durante il “Ca.Co.Fest”, la manifestazione riguardante cartoni e comix la cui ottava edizione ha preso il via proprio oggi. «La scelta di creare i murales in cima agli stabili – ci spiega il 28enne Antonio La Piccirella, uno dei promotori del festival – è stata sì dettata da ragioni di spazio, ma anche perchè ci piaceva l'idea che fossero visibili dal satellite. In più era un modo per fare un qualcosa che durasse il più a lungo possibile: se avessero messo fine alla nostra occupazione il tetto sarebbe stata l'ultima cosa ad essere toccata».
Ma come sono stati realizzati i disegni? Non è facile infatti dipingere qualcosa che non è possibile visionare e controllare. «Per creare Rukelie ci siamo serviti dei passi, così da contare le misure e le proporzioni dei punti del volto», ci illustrano gli autori dell’opera scomparsa, membri del collettivo FX di Reggio Emilia.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
L’ufo-porto è stato invece fatto dai ragazzi dell’“Autonomia intergalattica interdimensionale”, che spiegano di aver preso in prestito corde e chiodi «così da produrre grandi “compassi” utili a tracciare le figure geometriche».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
“L’Autonomia” è un gruppo che si occupa di ufologia: quel murales è stato quindi pensato anche per essere avvistato da un’eventuale “astronave” di passaggio. «Abbiamo utilizzato forme sacre che si rifanno a geometrie platoniche e simbologie esoteriche – avvertono i giovani -: sono segni riconoscibili da qualsiasi essere senziente».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Gli “interdimensionali” sono sempre stati un po' criptici – ci avverte sorridendo Antonio -, ma sono in linea con lo spirito della Caserma Occupata, quello di essere pronti ad accogliere tutti. In fondo quello che vogliamo sono i porti aperti, anche quelli intergalattici».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
(Vedi galleria fotografica di Francesco Cocco-FK Drone)
© RIPRODUZIONE RISERVATA Barinedita
Scritto da
Antonio Bizzarro
Antonio Bizzarro
I commenti
- luigi - Con rispetto e senza volere fare della polemica ma dove lo vede lo spirito di accoglienza se la caserma è costantemente chiusa ed occupata (la porta su via g petroni in ferro è sempre sbarrata) e sul muro troneggia la scritta...benvenuti all'inferno... boh..